Anna,
studentessa di scuola medio-superiore, (16 anni) ha rapporti con un ragazzo che fa uso di droga. Trovandosi incinta (2° mese inoltrato), va all'A.I.E.D. dove le viene detto che, per la condizione del partner, il nascituro potrebbe avere malformazioni. Anna decide per l'aborto. Durante l'iter sanitario per le analisi e i controlli incontra un'infermiera che la prende da parte e le dice:"perché ti vuoi rovinare l'esistenza con i rimorsi?" Di fronte alle risposte un po' beffarde della ragazza, l'infermiera non desiste le mette in mano un foglio con il numero di telefono del Cav. Anna telefona, chiede notizie su finalità e compiti e si presenta di persona. In seguito a lunghi e ripetuti colloqui la decisione è positiva. Si instaura un rapporto di amicizia con le collaboratrici Cav, che le offrono un aiuto affettuoso e concreto, soprattutto psicologico ( non tanto economico perché la famiglia è benestante).
Quando, in occasione della nascita del bambino, sanissimo e bellissimo, le volontarie del Cav vanno a trovarla al reparto maternità, dice loro soddisfatta: " guardate che pezzo di figlio! E all'AIED mi avevano detto che sarebbe stato malformato!"
In seguito Anna ha ripreso gli studi, ha sposato il ragazzo che ha trovato lavoro; la nuova famiglia è serena: persino i genitori di lei si mostrano comprensivi con la figlia e grati verso il Cav quando hanno appreso tutta la vicenda.
Commento finale