-1981- referendum abrogrativo della legge di interruzione di gravidanza-
Un calendario fittissimo di incontri fu compilato da Eugenia, che con il suo costante impegno raccolse intorno a sé un gruppo di collaboratori che spiegassero con chiarezza e capacità di convinzione i termini del problema e le modalità del voto, in tutte le località della diocesi, anche il più sperduto paesino, senza trascurare comunità religiose, associazioni laicali, radio e televisioni locali. Molti ricordano ancora come al suo instancabile fervore non si potesse dire di no e si fosse spinti a rispondere con uguale spirito di fede. Nel ricordo appaiono esaltanti quei momenti di ferma fiducia nel valore della vita umana, momenti resi drammatici dal simultaneo attentato contro il Papa Giovanni Paolo II, ma sostenuti dalla speranza di poter impedire che a tanti bambini concepiti fosse negato di vedere la luce! |
E, infatti, non fu un lavoro del tutto andato a vuoto, perché il responso delle urne nei seggi dei comuni della nostra diocesi diede il 40% di "sì" al referendum abrogativo della legge sulla interruzione di gravidanza, mentre la media nazionale fu del 32%. Pur constatando questa deludente minoranza, Eugenia non si arrese e senza rimpianti diceva che era stato fatto tutto il possibile e che occorreva essere sereni perché, in coscienza, non era stato trascurato nulla! Perciò la disillusione diede maggiore forza per andare avanti, approfondire il problema, porsi nella società come incitamento a credere nella difesa della vita nascente ed investire energie per un'azione di solidarietà.
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